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giovedì 27 agosto 2015

Profughi siriani: Save the Children simula emergenza vicino Londra per sensibilizzare i cittadini europei sul dramma di chi fugge dalla guerra


Sono 4 mila al giorno i rifugiati siriani che dall’inizio dell’anno sono scappati dal loro paese per sottrarsi al conflitto, di cui la metà sono bambini. L’esodo dalla Siria quest’estate ha scatenato una crisi globale dei rifugiati, con la Grecia che sta vivendo un afflusso di profughi cresciuto del 750% rispetto allo scorso anno, due terzi dei quali provenienti dalla Siria. Per sensibilizzare in particolare la popolazione europea sulle motivazioni che spingono i profughi siriani a cercare pace e futuro per i loro figli fuggendo dalle terribili privazioni della guerra, Save the Children ha realizzato un video candid-camera in Inghilterra, nella contea del Surrey, sobborgo di Londra, che rivela come i cittadini reagiscono alle violazioni dei diritti umani nel loro stesso territorio, alcuni dei quali addirittura mettendo a rischio la propria incolumità.
Le telecamere nascoste documentano in modo forte e diretto la reazione della gente ad una serie di emergenze, inimmaginabili nel Regno Unito, ma attuali in Siria: i servizi di base sono stati temporaneamente sospesi dando agli abitanti del Surrey l’impressione di non avere improvvisamente più accesso a cibo, scuola e servizi sanitari.
 Il cortometraggio, che ha usato attori professionisti per simulare l’emergenza, cattura in tempo reale le reazioni della gente che resta inorridita e arrabbiata nello scoprire che le scuole erano chiuse, gli scaffali nei negozi vuoti o un’ambulanza bloccata ad un falso ‘check-point’.
In Siria, oltre 11 milioni di persone sono dovute fuggire dalle proprie case e 420mila vivono sotto assedio all’interno del paese. Alcune comunità sono prive di beni essenziali e le famiglie non hanno cibo per sopravvivere. Quelli che provano a cercare aiuti nelle città sotto assedio rischiano la vita. 
 Quando questi scenari sono stati vissuti dai cittadini del Surrey, è sembrato inaccettabile e alcuni hanno messo a rischio la propria sicurezza per garantire i diritti dei propri figli e della comunità. Ma il fatto che non accade qui non significa che non accada altrove, come ogni giorno in Siria. 
 “Una piccola parte dei rifugiati siriani ce la fa ad arrivare in Europa. I più poveri, i malati e gli anziani restano sotto assedio, intrappolati senza cibo e medicine,” commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.
 “Nonostante la generosità della comunità internazionale, le risorse per assistere milioni di rifugiati si stanno prosciugando, e le famiglie sono costrette ad affrontare una scelta estrema: tornare nelle zone di conflitto o rischiare di annegare nel tentativo di raggiungere l’Europa. Se il cittadino medio europeo non sopporta per un solo giorno di essere privato di cibo, servizi sanitari e scuola, perché dovrebbero farlo le famiglie siriane sotto le bombe da 3 anni?”
“Chiediamo che gli aiuti possano raggiungere subito i 12 milioni di siriani disperati, inclusi circa 6 milioni di bambini: l’ONU deve utilizzare tutto il suo peso per negoziare la possibilità di accesso degli aiuti. Gli assedi devono avere fine insieme ai blocchi per gli  aiuti umanitari, le frontiere con i paesi confinati devono rimanere aperte e i paesi ricchi, in primis quelli europei, devono accogliere una quota maggiore di rifugiati in disperato bisogno di salvezza e futuro.”  

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