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venerdì 22 ottobre 2010

La triplice dea


23.10.010


La triplice dea

Nella tradizione mitologica greco-romana la Luna, grazie alla mutevolezza del suo aspetto che la rende unica fra tutti gli astri, è stata associata non ad una sola, bensì a tre distinte divinità, legate ciascuna a tre sue diverse "manifestazioni": la Luna piena, la Luna nuova e la Luna crescente. Metafora rispettivamente di vita, di morte e di rinascita, da tempo immemorabile queste tre figure lunari hanno rappresentato il ciclo della vita: è in tal modo che il simbolismo lunare ha potuto coinvolgere fenomeni apparentemente così eterogenei come la nascita, la morte, la fecondità, la femminilità, il divenire, l'immortalità.

Il primo volto, la Luna nella sua scintillante pienezza, è simbolo di vita: per la mitologia greco-ellenistica esso assume il nome di Selene (il quale deriva da sélas, che significa "splendore"). Esiodo nella Teogonia racconta che Selene nacque da Theia e Iperione, divinità legate alla luminosità del cielo, che con la loro unione generarono anche Elio, dio del Sole, ed Eos, dea dell'aurora. Di Selene così canta l'inno omerico:

Da lei, dal suo immortale capo, un diffuso chiarore
si spande sulla Terra e una sovrumana bellezza appare
sotto la sua luce: l'aria buia si fa luminosa
di fronte alla sua corona dorata, e i raggi splendono
quando dall'Oceano, lavate le belle membra,
indossata la veste lucente, la divina Selene,
aggiogati i bianchi puledri dal collo robusto,
lancia in avanti il cocchio splendente
e appare, dopo il tramonto, al culmine del mese.

Selene venne anche chiamata con il nome di derivazione frigia Méne, la cui radice etimologica mé significava "misura, computo". Non è un caso, dunque, che il termine latino mensis (ovvero "mese") derivi dalla medesima radice: occorre infatti ricordare che, almeno fino alla riforma imposta da Giulio Cesare verso la metà del I secolo avanti Cristo, il calendario romano era basato sul ciclo lunare e perciò in origine il "mese" altro non era che l'unità di misura che rappresentava l'intervallo di tempo tra una Luna nuova e l'altra. Si comprende bene, quindi, perché nell'ultimo verso dell'inno omerico qui sopra citato si dica che Selene, cioè la Luna piena, "appare, dopo il tramonto, al culmine del mese": il culmine del mese è proprio il plenilunio.

Il secondo aspetto, quello della Luna nuova, della Luna in congiunzione con il Sole, è incarnato da Ecate, l'unica divinità a condividere con Zeus, re degli dei, il privilegio di poter estendere il proprio potere sia sul cielo, sia sulla terra, sia sul mare. Ecate era considerata la Luna nera, simbolo di morte, ma anche di punto in cui tutto rifluisce per poter prepararsi a rinascere. Essa era inoltre una divinità legata anche al mondo del soprannaturale, degli spiriti e degli incantesimi: per questa ragione le erano sacri i crocevia, luoghi che la tradizione popolare considerava teatro di sortilegi per antonomasia, dove si innalzavano statue con le sue sembianze (poiché si riteneva che Ecate conoscesse il passato, il presente e il futuro, era raffigurata con tre volti o talvolta con tre corpi). È forse per questa sua connessione con il mondo della magia che Ecate finì per essere associata al mondo degli inferi, assumendo i connotati negativi di divinità maligna che in origine non aveva.

La terza manifestazione, infine, la falce di Luna che riappare dopo il novilunio, è simbolo di rinascita, di resurrezione, e assume il nome di Artemide, sorella di Apollo. Secondo la mitologia, Artemide nacque per prima e quindi aiutò la madre Latona a partorire il fratello: per questo motivo era invocata come protettrice dalle donne incinte e dalle partorienti, ricevendo l'appellativo di kourotróphos, "nutrice", giacché custodiva i bambini e i cuccioli degli animali. Nonostante ciò, tuttavia, Artemide era descritta come una fanciulla selvaggia che amava soltanto la caccia e conservava gelosamente la propria verginità: era perciò la patrona di tutte le giovani dalla nascita fino al matrimonio, momento in cui subentrava la protezione di Selene, la Luna piena. Presso i Romani, Artemide fu assimilata a Diana.

In un suo libro pubblicato nel 1996, intitolato Le tre facce della Luna, Marina Cepeda Fuentes ha proposto di leggere la celebre favola delle tre galline, di cui si conoscono numerose varianti assai diffuse in numerose tradizioni popolari, come una allegoria del ciclo lunare. La favola racconta che tre galline, una nera, una rossa e una bianca, decisero di costruirsi una casa in cui poter trascorrere la brutta stagione: la gallina nera si fece un riparo con della paglia, quella rossa con della legna, quella bianca con delle pietre. Un giorno arrivò il lupo: con un soffio atterrò la casa di paglia e si mangiò la gallina nera; con una spallata distrusse poi la casa di legno ma la gallina rossa scappò e si rifugiò dalla sorella bianca. Quest'ultima, al sicuro nella sua solida casa di pietra, con uno stratagemma riuscì ad uccidere il lupo: quindi gli aprì la pancia e fece uscire la sorella nera, spaventata ma ancora viva. Leggendo questa favola come una metafora delle fasi lunari, la gallina nera inghiottita dal lupo è la Luna nuova, la Luna che "muore" in congiunzione con il Sole-lupo; la gallina rossa che riesce a scappare è la Luna piena; e infine la gallina bianca che sconfigge il lupo è la Luna crescente, uscita vincitrice dal confronto con il Sole.

Luna piena in Ariete, per contrastare le energie negative del Rosso, che sono rabbia, invidia e gelosia, Blue Ritual
22-23 ottobre, 2010 -

Creazione di un rituale a Base Solida (Toro, Vergine)
Per lasciare il desiderio di acquisire beni materiali superflui al fine di creare una base solida nella nostra coscienza

Il significato di questa Luna Piena in Ariete rituale è quello di aiutarci a capire che tutti abbiamo bisogno di una solida base per sfruttare al meglio gli stili di vita a cui siamo abituati. Porterà la nostra comprensione personale situazione finanziaria in modo che possiamo cominciare a tagliare fuori le stravaganze e creare una più solida base su cui costruire ...
Luna dell’equilibrio, o luna delle foglie

I meli sono carichi di frutti maturi, gli ultimi stormi di uccelli solcano il cielo, e le foglie dopo aver concluso il loro compito attendono che un tiepido e umido vento autunnale le porti via.

La Dea Terra si sta preparando ad affrontare il lungo letargo invernale e nel fare ciò indossa un nuovo abito, tinto con le sfumature più calde ed accese del rosso, del giallo e dell’arancio, facendoci dono con lo spettacolo poetico della sua bellezza in mutamento e con i suoi profumi intensi e antichi.

Siamo nel mese della Bilancia, segno di ricerca dell’armonia, governato da Venere.
Armonia che incontriamo prima di tutto nella bellezza della natura autunnale, e che possiamo cercare di portare a nostra volta intorno e dentro di noi, lasciandoci ispirare da Afrodite, archetipo della Bilancia.

Risvegliare Afrodite/Venere in noi significa portare armonia nei rapporti, specialmente per chi sta in coppia, accorgersi degli altri, dare attenzione all'etica e senso di giustizia, e anche all'estetica, dunque circondarsi di bellezza, giacchè anch'essa è una qualità divina, come la natura dimostra. Dunque il momento è favorevole anche per curare in modo particolare il proprio aspetto personale e quello della nostra dimora, sollecitando il proprio buon gusto.
Il tempo della Bilancia è anche un tempo buono per dedicarsi all’arte, visitare musei o lasciarsi sedurre da qualche oggetto prezioso che con la sua bellezza arricchirà la nostra esistenza.

L’inizio d’autunno è una fase di transizione, che prelude alla grande trasformazione che avviene poi in Scorpione, e l’invito è ad approfittare delle ultime giornate di tiepido sole per fare passeggiate in natura, magari tra i boschi, dove godere degli intensi profumi e colori autunnali, accompagnati dallo stropiccio delle foglie sotto i piedi, per poi far ritorno al calore di casa, dove è possibile ritrovare il piacere della cose intime.

Dal 23 di Ottobre inizia il tempo dello Scorpione, che ci introduce alla festa del mistero, Samhain, la notte più magica di tutto l’anno,
il capodanno celtico.
E’ ora il tempo di addentrarsi nello spazio sacro della nostra interiorità, per meditare e trasformare, e dare così degnamente inizio ad un nuovo giro della ruota dell’anno.

La luna di Ottobre è detta anche luna del sangue, con riferimento alla riapertura della stagione della caccia.

Per entrare in sintonia profonda con le energie del mese di ottobre, e con le tinte che ad esse darà il cielo in questo 2010, il Cerchio della Luna vi propone una serata di meditazione guidata, tappa del percorso che, di luna in luna, ci metterà in contatto con il cammino evolutivo dello zodiaco, che traccia un sentiero di crescita spirituale in ognuno di noi in armonia con la spirale evolutiva della vita.

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